Che era stato pedofilo e razzista già si sapeva. Che avesse continuato a esser fascista è ben continuare a ribadirlo e a documentarlo.
Tutto questo può definirsi un simbolo di libertà, un esempio per l’Italia, una figura da idolatrare con simboli fisici come può essere una statua? La risposta è no, e lo è ancora di più oggi, nelle settimane in cui finalmente la sollevazione antirazzista partita dagli Stati Uniti con la morte di George Floyd ha assunto un carattere globale. La statua di Montanelli, già ingombrante in una città a cui piace raccontarsi come paladina dei diritti civili e che peraltro ha fatto erigere quella statua solo una manciata di anni fa, diventa ancora più ingombrante oggi. Se la statua vuole raccontarci il lato eccezionale del giornalista Montanelli e farne un’icona, la sua imbrattatura fa parte dello stesso processo di analisi del personaggio, un’analisi critica volta a svelarne i lati oscuri. La statua sporcata di rosso che abbiamo visto nelle scorse ore è allora forse il miglior modo di consegnare alla memoria la figura di Indro Montanelli: una persona che ha fatto la storia culturale dell’Italia del Novecento, ma una persona con tante macchie indelebili.
Montanelli e le accuse che nemmeno la sua penna riuscirebbe a ribattere – Wired